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Pizzo di Vallumbrina
11/07/2019

  - © G.S. Marinelli, riproduzione vietata.
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Ci siamo portati al Passo Gavia per salire sul Pizzo Vallumbrina, una cima già nota a qualcuno del nostro gruppo e che, per le belle emozioni che ricordano, non hanno esitato a ripercorrere; chi lo ha salito oggi per la prima volta è rimasto a sua volta entusiasta.

Anche il tempo che inizialmente sembrava non molto propizio, soprattutto nella mattinata è stato benevolo e le nubi hanno lasciato spazio al sole che ha mitigato il vento freddo che, invece, ha continuato a soffiare.

Il sentiero, dal rifugio Berni, inizia con modesto dislivello in salita e si inserisce nell’ampia valle, ricca d’acqua, che subito mostra sullo sfondo il bel ghiacciaio Dosegù, poi sale verso destra e diventa più ripido mantenendo una costante pendenza fino alla vetta; quest’anno c’è ancora molta neve da calpestare ma il piede affonda quel tanto sufficiente per non rendere necessari i ramponi ed anzi ci  ha ammorbidito il passo, soprattutto in discesa.

Già è bellissima la natura che si offre alla nostra vista durante la salita:

il ghiacciaio, il fiume, le cascate, i fiori, il laghetto ancora ghiacciato.

 Sul Pizzo Vallumbrina il panorama che si presenta è addirittura fantastico: i monti tutt’intorno, quelli vicini, il S.Matteo, il Tresero,  fino alle Alpi, solo un po’ sfocate dalle mutevoli  nebbie alte, e le profonde valli, verso il Passo Gavia e la valle  di Vallumbruna nella quale spicca l’omonimo piccolo lago blu.

Lungo la comoda cresta (è stata forse appianata dai nostri alpini all’epoca della prima guerra mondiale?) resistono ancora numerose costruzioni fatte a fortificazione e difesa; diverso legname e grovigli di filo spinato sono sparsi ovunque, ormai inutili,  anzi creano un senso di disordine,  ma lasciati a testimonianza di un periodo terribile per la nostra patria.

Tutto si è prestato a numerosi scatti fotografici assai coreografici.

Il Bivacco Battaglione Ortles, benché suggestivo, non ci è parso tanto in ordine ed abbiamo preferito mangiare all’aperto: la temperatura era fredda ma il sole ed un po' di riparo dietro le rocce, ci ha permesso una piacevolissima sosta.

Il ritorno è stato sulle medesime tracce della salita; il cielo nel frattempo si era fatto nuvoloso e solo verso la conclusione è iniziata una leggera e rada pioggia, per nulla fastidiosa, anzi, ci siamo bagnati quel tanto che è bastato per confermare la nostra fortuna; non dice il proverbio, infatti………… gita bagnata, gita fortunata?

Di sicuro è stata quella che ci ha consigliato un ultimo

 momento conviviale, con dolce, the o birra al rifugio

Berni, prima di riprendere le nostre auto.

                                             Rosanna

Percorso: Lunghezza Km 11 circa, Dislivello totale: mt. 1080

Partecipanti: (13) Adriano, Annamery, Armando, Fausto N., Fausto O., Giovanna, Giovanni, Gloria, Mino, Nando, Roberto, Rodolfo, Rosanna.