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Sentieri dei nostri monti
05/03/2020

  - © G.S. Marinelli, riproduzione vietata.
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Ovvero: Escursione in tempo di “coronavirus”

La convocazione del gruppo escursionisti per le ore 7,30 non è stata proprio convincente.

Puntuale, mi sono trovata…. .da sola!

Gli amici sono rimasti a casa per la paura del contagio o, più probabilmente, molti sono impegnati ad accudire i nipoti che non possono andare a scuola.

Rassegnata, alle 7,40, mi sono avviata per percorrere l’itinerario previsto.

Quindi: arrivo a Merà, poi Pradelada, poi Ganda. Poco sopra Ganda comincia ad esserci neve, sia per terra sia un sottile nevischio nell’aria. Decido di non andare verso la Cornagera ma di salire al Poieto; mentre salgo stanno scendendo due persone con due cani: sono gli unici esseri che ho incontrato sui sentieri in tutta la giornata.

Sul Poieto fotografo la terza cappelletta, dopo le due che si trovano a Merà.

Rammento che i nostri antenati costruivano questi piccoli luoghi devozionali spesso per ringraziare la Madonna o il Signore per un pericolo scampato o per la fine di una epidemia; le epidemie di un tempo erano molto più tragiche, comunque, di quella che stiamo vivendo in questi giorni in cui un “velocissimo” virus, che da secoli si è “allenato” con gli animali, sta ora aggredendo gli uomini e ci sta mettendo a dura prova. Speriamo di sconfiggere il Covid-19 fermando ogni attività e isolandoci in casa, augurandoci che nella sua folle corsa il virus … passi avanti a tutti e tutto ed al più presto scompaia dalla nostra vista.

Spero che mi perdoniate questa fantasiosa immagine e continuo ora nella descrizione, anche questa velocissima, della seconda parte della lunga solitaria camminata odierna.

Scendo dal Poieto verso Aviatico e poi a metà strada mi sposto tutto a sinistra per scendere verso Ama. Incontro così l’accesso all’ultima parte del nuovo sentiero che porta alla croce della Cornagera; non ho resistito ed ho cominciato a salire pur se un poco titubante a causa del fondo piuttosto ghiacciato. Come al solito, salire è stato abbastanza facile ma a scendere se avessi avuto i ramponcini li avrei usati molto volentieri.

Poco più in basso non c’è più neve e, seppur lungo, il giro verso il Nigromo attraversando Ama, poi Pradale, poi verso la Cappelletta sotto Aviatico (la quarta) poi Petello ed infine arrivo a Comenduno, è stato spedito, senza pranzo e senza soste; solo qualche sguardo ai bellissimi fiori primaverili e qualche fotografia.

Cari escursionisti mi è mancata molto la vostra compagnia: speriamo che il tempo del Covid-19 finisca prestissimo.

                            Rosanna