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Laghi Seroti (Parco naz. dello Stelvio)
21/09/2017

  - © G.S. Marinelli, riproduzione vietata.
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E’ una splendida mattina di un Settembre oramai concluso, siamo a quota 2.100, alla partenza della gita da Malga Salina  sono le 9:10, arriviamo  da lontano, oggi trasferta “longa” un paio d’ore di macchina, man mano che si sale dalla stretta e tortuosa strada del Mortirolo,  la valle si apre, le bellissime baite e malghe sono già baciate dal sole, sembra il villaggio di Heidi. Ci mettiamo gli scarponi, qualcuno commenta, “se la pia” significa che l’aria è pungente, il termometro delle nostre ammiraglie diceva +2° C. per fortuna il sole non manca e cammin… (attento tu) facendo ci riscalderà.

Passiamo davanti alla Malga, il negozietto con formagelle esposte è chiuso, andiamo oltre, appresso c’è la casa del casaro, facciamo conoscenza con la moglie, una simpatica signora matura con un favoloso colbacco Russo (tipo Russo), si proprio quelli che vedete nel film del Dr. Zivago, ovviamente foto a gogo. Tutto bene signora? “Si saremo qui sino Natale” ci confida, Dove andate? Ai Laghi Seroti, ci informiamo per i formaggi, e poi partiamo veramente.

Ci aspetta un lungo pianoro, la meta al momento la possiamo solo intuire, i primi cartelli ci indicano la direzione, ci dirigiamo verso sinistra incanalandoci nella val Bighera il sentiero si impenna sensibilmente per portarci a quota 2.200, incontriamo il primo laghetto Seroti, è l’Inferiore i raggi del sole creano splendidi contrasti, l’acqua è limpidissima, scorgiamo ogni sasso, l’erba sui bordi, anche a quest’ora è ancora imprigionata da un sottile strato di ghiaccio. Ci si diverte con telefoni e macchine fotografiche per rendere quella meraviglia eterna.

Si riprende il cammino, la montagna ha questo punto, mostra una spalla ripida e possente, ci inerpichiamo in questo irto e stretto sentiero, un po’ terra un po’ pietra, i nostri cuori accelerano, si surriscaldano, scaliamo le marce, e solo un passo lento e regolare ci porterà in cima, il fiatone ci impedisce di chiacchierare del più e del meno, ognuno pensa ai propri pensieri, situazioni, problemi da risolvere, in fondo, in montagna si và anche per questo, del resto in alcuni tratti la pendenza è del 50%, qualcuno si “dopa” con una banana, altri bevono il thè, ma....boia chi molla.Verso quota 2550, la montagna ci dà un po’ di tregua, il sentiero si allarga ed iniziamo a calpestare un po’ di neve, il passo si fa più felpato, il vento insiste e mette alla prova la nostra resistenza e caparbietà, ma… menomale che cè. Un numeroso gregge di capre ha seminato tutt’intorno le tipiche odorose “bacche” nere, andiamo oltre puntando al Lago Storto, di fronte abbiamo il Serotini (2.963) a destra, per cime decrescenti Corno Tremoncelli, Corni di Cevole, Corni delle Valli e per finire Monte Tremoncelli (2.566), tutte con “il capo ed i fianchi” coperti di neve, difficile distogliere lo sguardo.

Alle nostre spalle, in lontananza, un magnifico anfiteatro di montagne regine ci regala una meravigliosa vista di cime, valloni, ghiacciai, la neve a quelle altezze ha iniziato a farla da padrona. Da Est, la Nord della Presanella delimita questa corona di montagne di serie A, poi montagne care anche ai sciatori, il Tonale, il Pisgana, nascosto immaginiamo il ghiacciaio del Presena, in bella vista sua Maestà l’Adamello ed il Corno Miller, solo per citarne alcuni.

Incoraggiati da questa bellezza riprendiamo il cammino, oltrepassando a quota 2.650 un altro piccolo laghetto, oramai la meta è vicina, non possiamo mollare, la temperatura è sopportabile, il vento un po’ più mite ci accompagnerà anche durante il pranzo.

Mancano 10 minuti a mezzogiorno siamo a quota 2.700, qualcuno è già arrivato all’inizio del Lago Storto, in effetti, storto è, osservandolo dall’alto sembra una grossa virgola scritta male lunga un centinaio di metri, acqua limpidissima, il fondale è li, senza possibilità di nascondere nulla, arrivano anche gli ultimi (sono i fotografi e chiacchieroni del gruppo) è mezzogiorno, arrivare al Lago Seroti Superiore ci verrebbe ancora un’oretta, occhiate compiaciute/compiacenti  ed imploranti ci ..autoconvincono che è meglio iniziare a mangiare, poi si vedrà. Ci accampiamo in ordine sparso riparandoci dagli spifferi, e rivolti a quella corona di montagne ogni boccone sembra più genuino.

Caffè?? O siii, il caffè della Gloria è oggi particolarmente ..impagabile(?), poi la buona  grappa di Sandro ci aiuta a lavare la tazzina, combattere il vento e ci predispone per un’allegra discesa.

Stando attenti al terreno a volte un po’ viscido, dopo due ore arriviamo dalla nostra signora “Russa”, non ha mollato il suo colbacco, e che dire dei leggins ..da montagna, in similpelle(?) di serpente, ad una prima e sola occhiata ci sembrano traslucidi e semitrasparenti, è di fronte al suo negozietto e ci ha sedotti, apre la porta per qualche assaggio di formagella e  formaggio, zac, zac, “e giù féte” più o meno grandi e cosi con questa bontà nello zaino torniamo alle nostre ammiraglie, questa sera la cena sarà un po’ particolare, quella formagella, per un momento ci riporterà lassù.

Ops! Ci siamo dimenticati del Seroti  Superiore.. buona scusa per tornarci di nuovo.

Alvaro Cronista …per caso.

 

Escursionisti: Adriano, Alvaro, Armando, Efrem, Fausto, Giovanni, Gloria, Mauro, Sandro e Graziella.

Lunghezza del percorso: A/R circa 12 Km 
Dislivello complessivo: 678 mt (compresi i su e giù)